Ignota al grande turismo,
Cetara rimane legata alle origini. Qui staziona
infatti, la più attrezzata flotta peschereccia
del circondario:dall’Adriatico al canale
di Sicilia, costantemente a caccia dei prelibati
tonni e pesci spada. Sotto costa invece, tocca
alle alici, i cui filetti, messi sott’olio
o sotto sale, portano lontano l’odore
del mare. Ottimi i limoni. Da non perdere
la rinomata "colatura di alici",
rielaborazione alto medioevale del "GARUM"
romano ultimamente riproposta come prezioso
elemento tipico della ristorazione locale.
Da vedere il centro cittadino, bellissimo
nella sua semplicità e la Chiesa
di San Pietro. Di impianto romanico,
eccetto il campanile, medievaleggiante,
venne interamente rifatta nel XVIII sec.
All’interno, pregevoli opere d’arte
e la tomba dell’eroico figlio Grandonetto
Aulisio. Suggestive la processione navale
in onore del Santo, il 29 giugno e, la notte
dell’Immacolata Concezione, l’8
dicembre, allietata dal sapore di piatti
ormai dimenticati e dal fracasso dei petardi
esplosi tra i vicoletti.
Attraversato il paese, la strada riprende
quota. Passiamo per valloni, gole, rientranze,
profili aridi, taglienti. L’uomo vi
ha sistemate viti, olivi, e terrazzi di
limoni. L’ennesimo vallone, di San
Nicola, che precipita dall’Avvocata:
ci appare Erchie.